Moruzzo: tra i primi comuni con la rete 4G

Buona notizia, nonostante tutti i problemi, il digital divide che attanaglia il nostro comune, almeno su una cosa siamo arrivati prima di altri: il 4g sulla telefonia mobile.

Ecco l‘articolo del Messaggero Veneto che ne parla in dettaglio:

<<

Undici comuni con rete 4g in 26 connettività veloce

UDINE Vodafone Italia potenzia la propria rete a ritmo crescente di 100 nuovi comuni al mese coperti con tecnologia 4g e con il parallelo irrobustimento della rete 3g. In Fvg sono già 11 i comuni coperti dalla nuova rete 4g, mentre avanza in 26 località la connettività 3g Hspa+ in grado di raggiungere velocità fino a 43.2 mbps. I comuni coperti sono Fagagna, Drenchia, Latisana, Mortegliano, Camino al Tagliamento, Pasian di Prato, Moruzzo, Moimacco, Terzo d’Aquileia, Staranzano, Rive d’Arcano, Tolmezzo, Stregna, Majano, Muzzana del Turgnano, Ronchis, Trieste, Buttrio, Lignano Sabbiadoro, Martignacco, Chiopris-Viscone, Tarvisio, Castions di Strada, Cavazzo Carnico, Pordenone e Vajont. Obiettivo di Vodafone Italia è quello portare la rete mobile di nuova generazione al 90% della popolazione italiana entro il 2016 e di potenziare anche la propria rete 3g Hspa+, arrivando alla copertura del 95% della popolazione. Non solo rete mobile, Vodafone Italia si propone anche di accelerare l’offerta di banda ultra-larga su rete fissa.

>>

E uno screenshot preso dal sito Vodafone.

4g moruzzo digital divide

il Nuovo Digital Divide della banda Ultralarga

Ne parla oggi Rossella Lehnus su AgendaDigitale.eu.

Non v’è più dubbio che la competizione globale si giochi sulle reti di telecomunicazioni e raccontarlo in questo giornale apparirebbe didascalico. Altrettanto lapalissiano è che il nostro Paese non possieda le infrastrutture adeguate per reggere questa competizione. Non sto parlando al futuro, ma uso il presente indicativo e, forse dovrei usare il passato prossimo. Lo ha detto anche Caio nel 2009 e lo ha ribadito nel suo secondo rapporto del dicembre 2013. Lo dicono i risultati della consultazione pubblica del Ministero dello sviluppo economico gestiti da Infratel Italia e, ahimè, lo dice pure l’esperienza frustrante che spesso sono costretti a sopportare i consumatori.

La mano pubblica questa volta deve intervenire e anticipare un mercato che è tecnicamente destinato ad avere grosse difficoltà e strategicamente avviato alla creazione di nuovi divari. Questo è un passaggio importante che, se affrontato correttamente, potrà ritrovare un suo autosufficiente equilibrio nei prossimi 5/7 anni.

Mappa_coperturaL’intervento pubblico vuol dire investimenti pubblici – europei e nazionali – vuol dire coordinamento e condivisione delle infrastrutture del sottosuolo (basterebbe anche solo che il decreto scavi venisse rispettato da tutti!), vuol dire regole premianti il rischio degli investimenti stessi, garantendo al contempo accesso a condizioni eque e non discriminatorie alle infrastrutture realizzate, nella ferma convinzione che ci debba essere competizione nei servizi offerti e non nella quantità di buche che si scavano nel territorio.

ed ancora :

La storia della liberalizzazione degli anni 90 ci ha insegnato che una competizione basata sulle infrastrutture non si traduce in più infrastrutture, bensì in infrastrutture ridondanti. Seguendo le logiche di mercato i vari operatori si concentrano tutti nelle stesse grandi città, disseminando antiestetici armadi nelle stesse vie più frequentate e dimenticando le aree più marginali. Il risultato sono città come Milano o Roma servite da più molti operatori in banda ultralarga e altri 7900 Comuni esclusi dalla digitalizzazione.

La marginalità per gli operatori di rete è calata drasticamente sia nel fisso, sia nel mobile, alimentata da una politica di pricing talmente aggressiva da diventare paradossalmente nociva per i consumatori, più focalizzati sulle tariffe che sulla qualità offerta.