Entro il 2020 l’85% della popolazione italiana avrà una connettività di almeno 100 mbps e per il restante 15% di almeno 30 mbps.
Lo stabilisce la Strategia italiana per la banda ultralarga predisposta dal governo e presentata a Bruxelles. Il piano- che prevede investimenti per 6 mld di euro, di cui 2 da fondi FESR e FEASR a fondo perduto e 4 da Fondi FSC che saranno anticipati tramite la Bei- è improntato alla gradualità della copertura.
La rete non sarà infatti inizialmente tutta in fibra, ma questa soluzione- come si legge nel documento- “verrà implementata solo nelle aree a maggior potenziale di business, privilegiando una logica in cui la fibra viene dispiegata inizialmente nella tratta di rete primaria (Fibra fino agli armadi), per poi essere estesa nella tratta secondaria fino alla prossimità degli edifici ed, eventualmente, fino all’interno delle unità immobiliari”.
L’azione del governo – e delle regioni che sono responsabili per la maggior parte della spesa dei fondi europei – sarà centrata su quattro modalità di intervento:
intervento diretto pubblico,
partnership pubblico privata,
intervento a incentivo,
il modello della domanda aggregata.
Il primo verterà sul roll-out della rete passiva (posa di cavi, etc.), che resterà pubblica ma verrà data in affidamento agli operatori tramite bando di gara con concessioni di utilizzo di durata decennale. La partnership pubblico-privata (Ppp) prevede accordi di co-investimento tra soggetti pubblici e privati, mentre l’intervento a incentivo spinge sulla liberazione di risorse private con contributi pubblici agli operatori (uno dei tasselli sotto la lente d’ingrandimento della Dg Concorrenza).
La quarta forma d’intervento contempla per sua parte la costituzione di gruppi di acquisto che “aggregano la domanda di connettività a 100 Mbps” per aree industriali o geografiche. I promotori dell’iniziativa potranno richiedere interventi diretti, Ppp o interventi a incentivo.
Anche nell’ambito dell’Accordo di Partenariato 2014-2020, la Presidenza del Consiglio insieme al Ministero dello Sviluppo Economico, all’Agenzia per l’Italia Digitale e all’Agenzia per la Coesione ha predisposto i piani nazionali “Piano nazionale Banda Ultra Larga” e “Crescita Digitale” per il perseguimento degli obiettivi dell’Agenda Digitale.